domenica 28 febbraio 2016

Il rosmarino

Questa è la mia nuova piantina di rosmarino...


Durante il trasloco purtroppo non mi è stato possibile portare via alcuna pianta dalla vecchia casa e quindi poco alla volta sto ricostruendo il mio angolo verde da zero. Il rosmarino è stata la prima che ho acquistato poiché è una delle mie aromatiche preferite: oltre ad essere preziosa in cucina, è una pianta officinale dai mille usi ma soprattutto è amica delle api, preziose per l’impollinazione.

È un arbusto che dà molte soddisfazioni perché è piuttosto semplice da coltivare, e le informazioni che seguono non vogliono essere un trattato scientifico o agronomico sul rosmarino, ma solo una raccolta delle cose che ho imparato nel corso degli anni e che mi sembra utile conoscere.

Iniziamo presentandolo come si deve, per nome e cognome: il Rosmarinus Officinalis è un arbusto sempreverde che appartiene alla famiglia delle Lamiaceæ.
Ha un’unica specie ma moltissime varietà, 49 se non ricordo male, sia spontanee che frutto di selezioni, che si distinguono per portamento (eretto, ricadente, strisciante o tappezzante), colore dei fiori (lilla, blu, azzurri, bianchi, rosa) e dimensione delle foglie.

Il rosmarino si può coltivare sia in vaso che in piena terra e necessita di poche cure: cresce bene in suoli poveri e sassosi, se piantato in piena terra non richiede solitamente innaffiature perché le sue radici scendono in profondità nel terreno alla ricerca dell’umidità (per questo è una pianta adattissima per i terreni in pendenza che vogliamo sostenere per evitare che franino), ma in periodi particolarmente secchi o in zone siccitose è bene integrare l’apporto idrico con moderate innaffiature quando il terreno è completamente secco. La pianta in vaso invece va annaffiata con moderazione ma con regolarità quando il terreno è asciutto, l’importante è evitare i ristagni d’acqua.

La maggior parte delle varietà di rosmarino sopporta bene il freddo invernale anche se parte dei getti più giovani si bruciano un po' con le gelate (in questo caso basta eliminare le parti rovinate): essendo una pianta mediterranea infatti soffre le temperature troppo rigide, anche se alcune varietà selezionate resistono anche a oltre 20 gradi sotto lo zero, di conseguenza in inverno in zone particolarmente fredde può essere utile - ma non indispensabile - proteggere le piante ricoprendo il terreno con un abbondante strato di cortecce, che hanno anche il vantaggio di impedire la crescita delle erbacce.

Se la pianta è coltivata nello stesso luogo per molti anni, qualcuno suggerisce di effettuare una leggera concimazione all'inizio della primavera, ma sinceramente in 20 anni non mi è mai capitato di dover concimare il rosmarino, che ha sempre prosperato nonostante le mie inesistenti cure. 

Il rosmarino si può riprodurre per talea, seme o divisione della pianta. La riproduzione mediante talea è senz’altro il sistema più semplice e dal risultato (quasi sempre) certo: è sufficiente prelevare in primavera le talee di circa 15 cm da piante sane e vigorose non in fioritura e piantarle in terriccio misto a torba e sabbia, oppure in acqua, dopo aver eliminato le foglie basali.

Le talee devono essere mantenute umide con uno spruzzatore, specialmente nelle giornate più calde, e tenute in un luogo fresco e riparato finché avranno messo radici, che spunteranno in 2/3 settimane, dopodiché potranno essere trapiantate in vasetti di 8 cm di diametro, cimando (cioè eliminando la cima della talea) per stimolare l’emissione di rami laterali e tenendo le piantine in posizione riparata in attesa della messa a dimora. 

Quando invece si acquista il rosmarino in vaso, sarà necessario trapiantarlo entro poche settimane in un vaso di terracotta (materiale che permette all'eventuale umidità in eccesso di evaporare) che abbia un diametro più ampio di 2/3 cm e che andrà posizionato in pieno sole o a mezzombra, al riparo dai venti gelidi.

Se coltivato in vaso, è consigliabile trapiantarlo ogni primavera in un vaso di qualche cm più grande in modo da dare spazio alle radici, che sono piuttosto vigorose.

Per favorire l'infoltimento della pianta, in primavera vanno cimati i getti principali: così facendo si potrà anche evitare di potare la pianta, che non ama le potature drastiche.

La raccolta per il consumo immediato si effettua al bisogno durante tutto l’anno, mentre la raccolta per la conservazione va fatta durante la stagione estiva, prelevando sia le foglie che i fiori, che vanno essiccati rapidamente per mantenerne l’aroma e poi conservati in vasi di vetro.

Questo è quanto per ora… buona coltivazione!

venerdì 19 febbraio 2016

Gatto sì o gatto no?

Gatto sì ovviamente!


Eccolo, vi presento Micio, l’affettuosissimo gatto dei vicini che ama tanto venirmi a trovare. Non ho idea di quale sia il suo vero nome, ma appena sente la parola micio si precipita per farsi fare le coccole, in un tripudio di fusa e miagolii.

Ho sempre amato i gatti e uno dei piccoli grandi crucci della mia vita è quello di non poterne tenere uno… la triste realtà infatti è che starebbe gran parte del giorno chiuso in casa da solo, prigioniero di un miniappartamento da mattina a sera e ovviamente non ne sarebbe felice.

Per questo ho deciso che no, non mi prenderò un gatto nemmeno ora che finalmente ho un pezzetto di giardino: di questi tempi bisogna tenere tutto sprangato a doppia mandata, perché gli odiati, luridi, schifosissimi, disgraziaticheglivenisseuncolpomadiquellisecchi cosiddetti topi di appartamento (con tante scuse ai topi veri) riescono ad entrare anche dalle gattaiole, maledetti loro, e poi l’assicurazione nemmeno ti risarcisce. E così in galera ci tocca starci noi, con le sbarre alle finestre, anziché loro.

Ma a volte quello che nella vita ti viene tolto da una parte, ti viene donato dall'altra… infatti pochi giorni dopo il trasloco, una domenica mattina di sole all'inizio di novembre, mentre stavo arieggiando casa, mio marito mi chiama e mi dice: “Ehi, abbiamo un gatto in camera da letto!”.

E che gatto! Un bellissimo micio fulvo, che si godeva il tiepido sole novembrino acciambellato sullo scendiletto e che, quando ci ha visti, anziché fuggire ci è venuto incontro reclamando carezze e grattini.

Come tutte le medaglie, anche questa però ha un rovescio, e si tratta di un rovescio puzzolente, perché Micio purtroppo usa il mio giardino (nonché futuro orto) come lettiera gigante, ed in certi momenti si sente eccome! E se si sente ora che le temperature vanno ancora sotto zero, figuriamoci quando farà caldo. Non oso nemmeno pensarci.

Mi sono quindi posta fin d'ora il problema di come tenerlo lontano dal mio futuro tentativo di orto cittadino ed evitare che Micio scambi i miei vasi per comode cassettine, pur senza volerlo cacciare definitivamente dal giardino, ché in fin dei conti mi piace un sacco averlo intorno!

Come è mia abitudine, ho cominciato a chiedere un po' in giro agli amici e a documentarmi su libri e internet, dove ho trovato di tutto di più, dal dissuasore ad ultrasuoni alle pistole ad acqua… e con un po' di pazienza ho compilato il mio personalissimo decalogo di accorgimenti, che proverò a mettere in pratica non appena il clima diventerà sufficientemente mite da permettermi di uscire senza rischiare una polmonite.

Ecco per voi le mie tecniche salvalortodalgatto, selezionate rigidamente sulla base di questi tre criteri:
  1. Non devono nuocere a Micio, ma solo disincentivarlo a fare pupù fra i miei preziosi ortaggi.
  2. Devono essere naturali, dato che di porcherie chimiche ce ne sono in giro già fin troppe.
  3. Non devono essere costose o eccessivamente impegnative in termini di realizzazione e manutenzione.

Noterete che alcune sono piuttosto banali, come la prima, ma altre le ho trovate proprio interessanti pertanto ve le propongo in attesa dei vostri commenti:
  1. Eliminare ogni fonte di cibo controllando che i bidoni della spazzatura siano ben chiusi e che non ci siano avanzi che fuoriescono dai bordi. Ok, questo è ovvio, ma teniamolo presente.
  2. Piantare erbe e piante dall'odore sgradito ai gatti: aglio, cipolla, erba, cipollina, rosmarino, ruta, citronella, eucalipto (dubito però che possa sopravvivere a queste latitudini nordiche), lavanda (questa la cito solo per amor di completezza, io detesto la lavanda!)
  3. Cospargere il terreno con alimenti altrettanto sgraditi: bucce di agrumi, fondi di caffè, foglie di ruta, pepe, cannella, chiodi di garofano, peperoncino, rametti di rosmarino.
  4. Se non si vuole ricoprire di bucce e fondi di caffè il giardino o l'orto, che diciamocelo, non sta proprio benebene, in alternativa si possono usare gli olii essenziali per ottenere lo stesso effetto, almeno in teoria, anche se alla lunga penso diventerebbe costoso.
  5. Pulire le superfici lavabili con detergenti bio al profumo di limone o con acqua e aceto bianco in soluzione al 10% (questa seconda idea mi piace decisamente di più).
  6. Stendere delle strisce di rete metallica o di tessuto-non-tessuto sul terreno tra un filare e l'altro dell'orto, usando sassi o picchetti per fissarle, in modo che il micio non possa scavare nel terreno e usarlo come lettiera, oppure disporvi delle passatoie di plastica, appoggiandole con il lato ruvido verso l'alto (queste punte non sono in grado di ferire le zampe del gatto, ma sono abbastanza fastidiose da scoraggiarlo). In alternativa cospargere gli spazi fra i filari con sassolini, piccole pigne, cocci di vaso o frammenti di canna.
  7. Coprire le superfici da proteggere con fogli di alluminio poiché il suono e la consistenza di questo materiale non piacciono ai gatti.
  8. Usare un irrigatore mobile, posizionandolo nelle zone che usano come accesso alla proprietà, perché è risaputo che i gatti non siano amanti dell'acqua. Dopo un paio di giorni, cambiare la posizione per impedire loro di memorizzarla.
  9. Quando possibile, chiudere ogni accesso alle zone dove non si vuole che vadano a urinare.
  10. Sistemare qui e là alcuni vasi con una pianta chiamata Coleus Canina o Plectranthus Caninus, che ha un odore sgradito ai gatti. Pare che se sfregata o scaldata dal sole odori di muffa, quindi tutto sommato non credo che opterò per questa soluzione a meno di non esservi costretta dal fallimento di tutte le altre tecniche… tra il resto pare che non funzioni con tutti i gatti.

Ecco qui: cosa ne pensate dei miei dieci comandamenti antibisognini

Avete qualche altra soluzione innocua, ecologica e semplice da propormi?

A presto!

sabato 13 febbraio 2016

Una verde distesa...


...me la posso solo sognare. 

La realtà è una manciata di metri quadri di terreno, profondità massima 30 cm, proprio sopra la rampa dei garages del condominio: quindi di zappare non se ne parla, bisogna attrezzarsi di orto in cassone o vasi e fioriere per non rischiare di danneggiare la guaina impermeabilizzante preziosa e costosa.

Vedete nell'angolino la terra smossa e tre piccoli tronchi recisi? Quel che resta di una bellissima pianta di fico lasciata in eredità dal precedente proprietario, e che ho dovuto eliminare per decisione dell'assemblea condominiale, proprio per il rischio che l'invadenza delle radici finisse col rovinare la benedetta guaina. 

E quindi il primo lavoro appena traslocato è stato quello di estirpare il fico con tutte le sue lunghe radici. Peccato però... il mio amico Steve avrebbe potuto fare la sua ottima marmellata con i miei fichi. 

Essendo al pianterreno inoltre, circondato da edifici, di sole se ne vede poco: in questa stagione un paio d'ore al giorno o poco più. Chissà in primavera ed estate... lo scoprirò strada facendo.

Ci sarà poi da attrezzarsi per evitare che Micio, il bellissimo e coccoloso gatto dei vicini che viene ogni tanto a trovarmi, utilizzi le mie piante come cassettina per i suoi bisogni: poco male se scava un po' in giardino, ma per quanto io ami i gatti non vorrei trasformare i miei vasi in lettiere.

A questo proposito, mi sono documentata un po' e in uno dei prossimi post presenterò gli esiti delle mie ricerche con tutti i metodi che ho trovato per tenerlo lontano dalle colture, ma non da me ovviamente!

Se questa non è una sfida... riuscire a far crescere qualcosa di buono con queste premesse!

Alla prossima!

Il perchè ed il per come di questo blog

Ciao!
Benvenuti sul mio nuovo blog.

Da oggi se lo vorrete potrete seguire i miei tentativi, felici o fallimentari, di trasformare un piccolo rettangolo di giardino al pianterreno di un condominio in un orto per la famiglia.

Niente coltivazioni intensive quindi, niente attrezzi professionali e distese di verdure lussureggianti, solo tanta buona volontà e il desiderio di veder crescere qualcosa di buono fuori dalla porta di casa, con tutti i limiti dettati dall'inesperienza, dal poco sole che filtra fra le case, dai 30 cm di terreno che ricoprono il tunnel dei garages e che io coltiverò giorno dopo giorno, nei pochi ritagli di tempo fra lavoro e famiglia... e qualche hobby qui e là.

Impresa impossibile? Forse.

La cosa mi spaventa? Certo che no!

Coltivare un orto è sempre stato un mio grande desiderio e scrivere blog mi diverte, ma non ho certo la stoffa della blogger: non parlatemi di tag, indicizzazioni, statistiche... non fanno per me! 

Se vorrete seguirmi su questo diario virtuale vedrete presto che sono incostante, lunatica e assolutamente restia a seguire qualunque regola del blogging, ma sono anche appassionata, curiosa, volonterosa ed entusiasta, soprattutto di condividere le mie esperienze con chi lo desidera... purché sia disposto a sopportarmi così come sono!

Buona lettura dunque...




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